L’incredibile avventura di entrate nel Rifugio Fidoamico con in mente un cane piccolo e uscire con Tell, un segugio grandicello.

Siamo nel 2020. Sì, l’anno dell’esplosione della pandemia, per me anche un periodo di scelte di vita radicali. Con Sandro, il mio compagno, decidiamo di prendere ora un cane in un rifugio, invece che aspettare il lontano momento in cui andremo in pensione, come era nei nostri progetti.

Anche se amiamo tantissimo i cani, questo sarebbe il primo. Comincio a guardare i siti online dei vari rifugi, la descrizione dei tanti cani che attendono casa e lentamente prende forma il quattro zampe che mi immagino con noi: piccolo di dimensioni, anche in là con gli anni e abituato a vivere in appartamento (ad es. uno cane che un anziano non può più tenere). Avete ragione, per certi aspetti un rassicurante cane “ideale”.

Contattiamo il rifugio Fidoamico e fissiamo con emozione il primo appuntamento. Quel giorno una volontaria ci accompagna a vedere gli “ospiti” del rifugio. Sono tanti, me ne porterei a casa una marea, di sottofondo non mi mollano però apprensioni quali “È troppo difficile gestire un cane che è vissuto sempre fuori/che è grande/che è abituato a stare con altri cani/ecc.”.

E poi, non è vero che quando vai in un rifugio è sempre l’animale che ti sceglie o non è vero che scatta subito la scintilla proprio per quello che poi entrerà nella tua famiglia. Almeno a me non è successo. A Sandro invece sì. Sandro si è innamorato di Tell.

Uno stupendo segugio che sembra (giuro) Pluto dei fumetti di Topolino! Uno sguardo dolce e riservato e due lunghe orecchione. Era di un cacciatore che lo ha abbandonato quando aveva sette anni e da due anni viveva in rifugio. “Come mai, visto che è così bello e all’apparenza pacifico?” “È grande e non è giovane…”, “Ah…”.

Confesso che quel giorno non me la sono sentita di prenderlo, ero in ansia “L’animale di un cacciatore? Non si abituerà mai a stare con noi in salotto (era dicembre), vorrà continuamente uscire a camminare (che poi non è vero, i cacciatori li portano con sé solo nel fine settimana per qualche ora, il resto del tempo li lasciano in un piccolo recinto). Sicuramente farà i suoi bisogni in casa. E come glielo insegniamo?”

Sandro però aveva occhi e sentimento solo per Tell e alla fine mi sono lanciata, fidandomi di noi e di Ingrid, che la volta successiva ci ha detto “Proviamo, Tell ha poche chance di essere scelto con questa stazza e questa età”. “Ok, proviamo…”.

Vi confesso che iniziare così la nostra avventura, con un “Proviamo…”, mi ha sollevata e non perché non volessi mettere in campo tutte le mie/nostre risorse per far andare bene le cose.

Tell è ora con noi da un anno e mezzo! È un cane fantastico: buono, calmo, adattabile anche se a volte si impunta a voler fare o non fare certe cose. Quando usciamo si riempie di energia e allegria.

Le prime settimane sono state, per lui e per noi, di ambientamento e non è stato sempre facile. Ma Ingrid e Beatrice ci hanno dato davvero una mano, generose di consigli concreti. E in poco tempo è stato come averlo da sempre. È stata una scelta talmente positiva, che a settembre dello scorso anno siamo andati a prendere anche Margaret, altrimenti detta “Eleonora Duse” o primadonna.

Ecco… questa testimonianza per dirvi, avendolo vissuto in diretta, che il desiderio di un cane piccolo serve spesso per rassicurarci che sarà più facile la sua gestione ma, vi assicuro, un cane grandicello può adattarsi benissimo in un appartamento: nel tempo sarà grato della cuccia su cui potrà dormire in tutte le posizioni, sarà entusiasta delle passeggiate che gli farete fare per annusare il mondo fuori, sarà felice di stare con voi e ve lo dimostrerà. Questa è almeno la nostra fortunata esperienza.

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